In difficoltà nell’imporre ai veneti la tassa di 300 milioni di euro per dare fiato ai lavori della Pedemontana, votata in consiglio regionale a grande maggioranza, Zaia apre la solita polemica contro il mancato intervento del governo a cui chiede i soldi per finanziare l’opera, cercando di scaricare le sue responsabilità e fingendosi ignaro di quanto scritto nella relazione della Corte dei Conti di Novembre che segnala gravi irregolarità, errori ed omissioni, commessi dalla Regione Veneto e dalla gestione commissariale in questi anni.
La polemica è la stessa di sempre. La novità sta nel fatto che si accompagna alla denuncia del fiscal compact e dei vincoli Europei. Attacca il centralismo romano e replica i ritornelli salviniani in salsa lepenista.
Un altro modo per prendere per i fondelli i veneti confidando nella memoria corta delle cittadine e dei cittadini bombardati ogni giorno dalla propaganda populista, e di raggiungere il difficile risultato di conciliare il separatismo originario con la propaganda neonazionalista e antieuropeista di Salvini. Scaricare sul governo la responsabilità della tassa per la Pedemontana può venire facile, attaccare il fiscal compact e i trattati europei, più problematico. Il trascorrere del tempo non può far dimenticare che la Lega ha votato e sottoscritto i trattati di Maastricht e di Lisbona, da cui derivano direttamente gli obblighi di bilancio e le sanzioni che li impongono, e in tempi più recenti ha votato l’art 81 che impone il pareggio in Costituzione(*). La Lega ha votato sempre a favore di quelli che sono gli assi portanti su cui si reggono le politiche di austerità, le forbici che hanno imposto i tagli agli enti locali, alle politiche di sostegno alle persone in difficoltà, i fondi alla scuola e alla sanità e per gli investimenti necessari per creare nuova occupazione.
La Lega cavalca queste politiche e le sostiene, nei fatti, perché la coperta corta apre la strada della guerra tra poveri e le garantisce le rendite elettorali su cui vive.
Rompere l’austerità in Europa, trasferire le enormi risorse che la BCE oggi destina alle banche e alla finanza agli investimenti necessari per mettere in sicurezza il territorio, per un’economia socialmente e ambientalmente sostenibile, contro i progetti di grandi opere, contro la Pedemontana che devasta il nostro territorio.
Rifondazione Comunista del Veneto
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