Antifascismo, In Evidenza

Intervista a Daniela Ruffini «Ho applicato la Costituzione che qualcuno odia»

PADOVA. Daniela Ruffini, stasera in aula si discuterà la mozione di condanna degli scontri di lunedì 17. La voterà?
«Certamente. Ho contribuito a scriverla».

La ritiene compatibile con le sue critiche dei giorni scorsi sulla gestione della piazza?
«Assolutamente sì. E c’è la condanna netta della violenza. Io da sempre sono pacifista e non violenta».

Però ha sostenuto che la polizia ha sbagliato.
«Siamo in un Paese democratico e la polizia è un’istituzione democratica. Così come sento molti criticare la magistratura, credo si possa esprimere un parere su un’altra istituzione senza essere colpevoli di lesa maestà. Però voglio dire una cosa a cui tengo molto».

Prego.
«La polizia nella nostra città, soprattutto negli anni di Bitonci sindaco, ha svolto un ruolo importantissimo. La Questura è stata brava e competente nel prevenire tragedie sociali, con un atteggiamento di aiuto e sostegno mentre il Comune abbandonava le persone provocando situazioni esplosive».

 

E la sera degli scontri dove ha sbagliato?
«Non si poteva dare a due forze dichiaratamente fasciste la possibilità di sfilare in corteo. Lo pensano in tanti».

Dall’altra parte però i centri sociali sono andati in piazza con scudi e bombe carta.
«Io sono andata in piazza solo con le mie gambe e la mia testa. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

È finita a manganellate.
«È accaduto anche altre volte con studenti e operai. È una dinamica di piazza che può capitare. In questo caso si sarebbe potuta evitare».

Evitando il corteo di Forza Nuova?
«Certo. E questo era stato ampiamente detto prima».

Però lei poteva non andare. È una consigliera di maggioranza, ha una responsabilità.
«Io mi sento libera di poter esprimere le mie opinioni e poter partecipare a cortei in difesa della Costituzione. Sono consigliera e ho un ruolo politico, non istituzionale».

La maggioranza è in crisi?
«Non penso proprio. C’è una mozione firmata da tutti. Questo è un atto politico, le chiacchiere stanno a zero».

Mille persone sul web chiedono le sue dimissioni.
«È una campagna ben costruita basata su fake news. Hanno scritto addirittura che avrei un marito tunisino, oltre a falsità sull’assegnazione delle case».

C’è molto odio contro di lei.
«Sto affrontando questo periodo con non poca preoccupazione. È stato “costruito il mostro” con accuse infamanti. Invece in 10 anni di incarichi istituzionali non sono mai stata sfiorata da nessun tipo di inchiesta».

Perché questa valanga?
«Prima di tutto perché sono una donna. E solitamente i razzisti e xenofobi sono anche sessisti e omofobi. E poi perché ho sempre con orgoglio affermato i diritti di tutti, ho applicato la Costituzione che qualcuno odia. E l’ho fatto a testa alta e nella piena legalità. Non sono mai andata su Facebook o su change.org con un profilo falso a insultare».

Cosa non le perdonano?
«Di essere una donna di sinistra libera, che senza paura non si piega alle loro idee di destra».

Destra, sinistra, fascismo, comunismo. Non è un dibattito vecchio di 30 anni?
«No, guardate cosa accade nell’Est Europa. E cosa dicono alcuni sindaci del nostro Paese. Altro che trent’anni fa, penso che fascismo e razzismo siano cose che purtroppo a volte pervadano ancora le istituzioni. E sono attualissime».

Vede il pericolo di un ritorno del fascismo?
«Lo chiamerei “nuovo fascismo”. Credo ci sia un pericolo di avanzata delle destre. Se guardiamo al contesto in cui il fascismo si è formato ci sono dei ricorsi storici che interessano anche la nostra epoca».

Tornando al suo ruolo, alcuni vecchi democristiani dicono che sia stata la migliore assessore alla casa degli ultimi anni.
«Si basano sui fatti, non sulle menzogne. E non c’è solo via Anelli. C’è l’acquisto di 50 nuove case per le graduatorie, la riqualificazione di centinaia di alloggi, la cessione all’Ater di terreni per la nuove costruzioni, zero sfratti. E io non ho mai favorito nessuno, ho solo applicato le regole delle graduatorie».

A proposito, cosa ne pensa del criterio di residenza a Padova introdotto da Bitonci?
«Lo trovo un criterio dal sapore razzista. E anche populista. Anche famiglie italiane ne sono state penalizzate. Ma mi pare che su questo Giordani si sia già espresso».

Archiviata questa polemica sugli scontri, cosa augura all’amministrazione adesso?
«Ci dobbiamo mettere a lavorare per restituire a Padova tutto quello che ha perso in questi anni in termini di bellezza, di prestigio, di opportunità. Con un obiettivo: senza lasciare indietro nessuno. Occupandoci di chi ha bisogno, di chi viene escluso, di chi ha perso il lavoro, di chi sta soffrendo per la crisi».

Fonte: http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/07/26/news/ruffini-dico-cio-che-penso-e-sono-bersaglio-di-odio-e-fake-news-intervista-alla-consigliera-finita-sotto-accusa-per-le-critiche-alla-polizia-non-e-lesa-maesta-e-l-opinione-di-tanti-libera-di-dirlo-1.15656640

intervista daniela ruffini

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