Antifascismo, In Evidenza

12 DICEMBRE, RICORDARE NON BASTA

12 DICEMBRE, RICORDARE NON BASTA

Il 12 dicembre 1969 nella sede della banca dell’agricoltura di Piazza Fontana a Milano esplodeva una bomba che uccideva 17 persone e ne feriva 87.

Era l’inizio della stagione delle stragi che negli anni avrebbe provocato un numero enorme di morti, ed era la prova che il fascismo in Italia non era affatto scomparso con la Liberazione, al contrario coltivava sogni di rivincita con la complicità di pezzi importanti dello stato. Tutto ciò lo sapevamo allora ed è stato ampiamente confermato da indagini e sentenze.

Eppure a tutt’oggi, al contrario di quanto avvenuto per l’eversione “rossa” che pure ha fatto molti meno morti, le complicità e gli intrecci con gli apparati “deviati” non sono stati ancora chiariti, i mandanti e buona parte degli esecutori delle stragi mai identificati e condannati.

Qualche giorno fa, dopo che in tempi recenti molti episodi di aggressioni a sedi ed attivisti di sinistra, anche di Rifondazione, erano passati praticamente sotto silenzio, ha fatto notizia l’incursione di un gruppetto di nazi-fascisti del veneto fronte skinheads nel corso di una riunione di militanti antirazzisti a Como.

A seguito di questo evento molti indignati rappresentanti del governo di centro-sinistra hanno partecipato alla conseguente manifestazione di protesta, monopolizzando servizi televisivi ed articoli giornalistici. Bene.

Ma perché questi stessi signori non hanno sentito finora il bisogno di aprire gli archivi, desecretare i documenti, aiutare i magistrati che ancora indagano sulle stragi nere?

E perché nessuno di loro si domanda da dove provengano i finanziamenti, chi fornisce gli spazi e le protezioni, che consentono a questi “nuovi” movimenti, molti ma non tutti dichiaratamente di destra, di aprire sempre più sedi in giro per il paese, fare propaganda, operare spesso anche con la violenza, fomentare l’odio contro i diversi, gli stranieri, gli emarginati?

Ed ancora perché nessuno di loro ha ancora sentito il bisogno di agire seriamente perché la Costituzione, che prevede il divieto di ricostituzione del partito fascista, sia effettivamente applicata?

Ed infine con quale dignità alcuni di loro si appropriano adesso di un antifascismo di facciata dopo avere attivamente partecipato all’opera di revisione storica che tende ad equiparare le ragioni di chi fece la Resistenza con quelle di chi fino alla fine sostenne il fascismo, partecipando anche agli attacchi di qualche mese fa tesi a delegittimare l’ANPI?

Il fascismo vive ancora ed è in mezzo a noi.

Indignarsi quando viene allo scoperto è il minimo. Conservare intatta la memoria dei fatti storici, e delle differenze, del coraggio dei combattenti Partigiani e delle vittime del nazi-fascismo prima e dopo la Liberazione, è necessario e sacrosanto, ma non sufficiente.

Bisogna ricordare che l’antifascismo è innanzitutto valore fondativo della Repubblica, e deve essere pratica quotidiana e costante per tutti coloro che intendono vivere in un Paese che possa legittimamente chiamarsi civile.

Rifondazione Comunista, Padova

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