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Acciaierie Venete: nessuno parli di fatalità – i dubbi sui controlli

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di Paolo Benvegnù*

Acciaierie Venete. Una grossa realtà nel panorama della siderurgia in Italia. Mille dipendenti e stabilimenti sparsi in diverse regioni italiane. Uno di questi a Padova in zona industriale in Corso Francia. Qui domenica mattina quattro operai sono stati investiti dalla fortissima ondata di calore generata dalla caduta da un carro ponte di una siviera piena di acciaio fuso. Un perno su cui reggeva si è spezzato. Il pezzo era stato sostituito un anno fa e verificato nel mese di Aprile. Resta il fatto che i primi accertamenti dei vigili del fuoco, così ci hanno raccontato lavoratori e dirigenti della Fiom, presenti al presidio questa mattina, mostrano lungo la linea di frattura del pezzo chiari segni di ossidazione dovute alla penetrazione di aria. Un grave difetto che alimenta forti dubbi sui controlli che sono stati fatti. Eseguiti da una azienda esterna, ci è stato riferito. Al presidio di questa mattina abbiamo fatto alcune domande a un nostro compagno che lavora alle Acciaierie. Di seguito il testo:

Quale è a tuo avviso il livello di sicurezza nella tua azienda ?

Devo dire che i controlli sono frequenti, sui materiali e sui mezzi che usiamo. Facciamo anche corsi di formazione. È normale in realtà industriali come la nostra. Ne andrebbe verificata la profondità e la qualità, ma non posso dire che non ci siano.

Davanti ai cancelli della fabbrica la domanda era come poteva essersi determinato un così grave difetto nel perno e non fosse stato verificato?

Obiettivamente non posso dare risposte di tipo tecnico, immagino che vista la gravità dell’ incidente che si è verificato saranno fatte tutte le indagini del caso. Resta il fatto che un lavoratore che domenica era in azienda e vi era rimasto fino a sera raccontava che non si trovavano i documenti relativi alla verifica di Aprile.

Cosa puoi sottolineare dal tuo punto di vista della realtà della vita interna dell’ azienda.

Noto che c è una forte spinta a produrre, a fare in fretta. Non con grandi risultati dal punto di vista pratico, ma questa logica esiste e penso che sia un danno per i lavoratori. È una pratica diffusa, ovunque. Dopo la crisi e con la ripresa (in Veneto le esportazioni e i volumi della produzione industriale hanno performance che superano i livelli pre-crisi ndr) si cerca di ottenere il massimo della produzione incentivando ritmi e straordinari. È evidente che con l’allungamento dei nastri orari e della fatica le possibilità di incidenti piccoli o gravi che siano aumentano.

Cosa pensi che si debba fare ? È opportuno uno sciopero generale almeno a livello regionale?

Nel Veneto che ha il primato di incidenti mortali? Penso che la situazione deve cambiare che non si possa andare avanti così. Penso di sì. La Fiom ha indetto tempo fa uno sciopero generale dei metalmeccanici nel Veneto, giusto così. Ora però è necessario un impegno di tutti.

Quando rientrerete al lavoro?

Non lo so. Immagino che l’azienda spinga per una ripresa a breve. Si parla di riprendere il lavoro domani, mi pare difficile.

* segretario regionale PRC-SE Veneto

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Quattro lavoratori delle Acciaierie Venete sono stati investiti da una colata di acciaio. Due di loro sono in condizioni gravissime con ustioni sul 100% del corpo: uno per il 70%.
Nessuno parli di fatalità.
Il ripetersi quotidiano di gravissimi incidenti sul lavoro, spesso mortali, ci parla di altro. Ci parla del mancato rispetto delle norme di sicurezza e dello sfruttamento sempre più intenso del lavoro. E’ il risultato di anni di politiche di devastazione delle tutele e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
C’è solo una strada da percorrere: quella della lotta per difendere le nostre vite e per il nostro futuro. La sola risposta è lo sciopero generale, almeno nel Veneto, dove i grassi profitti dei padroni vengono pagati da noi con i bassi salari, la precarietà e la catena infinita di infortuni che si ripetono quotidianamente.

Rifondazione Comunista Veneto

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