Dopo 3 giorni #Facebook mi ha “sbloccato”. La mia pagina era on line ma non potevo effettuare alcuna operazione. “Congelato” perché qualche mese fa ho condiviso la foto della copertina di un libro di Abdullah #Öcalan. Il profilo del combattente italiano #YpgPaolo Pachino è stato bloccato per lo stesso motivo.
Può sembrare che non poter accedere a fb per 3 giorni sia un premio più che una punizione e per certi versi è così. Ma scherzi a parte, la questione non è seria, è serissima.
Questa piattaforma, che ospita le comunicazioni pubbliche di una fetta importante della popolazione mondiale, si comporta come una “azienda privata” quando è un dato di fatto che ha da tempo un ruolo storico e politico epocale per l’umanità. Non solo essa esiste, vive e si arricchisce grazie alle nostre interazioni, al nostro tempo e al nostro “lavoro” (le virgolette meriterebbero qui tutta una serie di precisazioni), ma è nei fatti un oggetto/soggetto di interesse e con responsabilità che un pensiero realista chiamerebbe generali, e un diritto non ipocrita definirebbe pubbliche.
Ma grazie all’appropriazione privata garantita da un diritto che onesto non è, ci troviamo nel paradosso per cui l’indice dei libri (e dei simboli politici) proibiti non è giustificato nei processi di una santa inquisizione, ma stilato da impersonali algoritmi creati da personalissime persone fisiche istruite dai governi (in primis i peggiori) di tutto il pianeta.
Le visioni critiche nel mondo vengono cancellate e i dissidenti imbavagliati da Facebook. Intere generazioni crescono abituate alla censura, considerandola un fatto normale della società e del web. Potranno i vertici di Facebook e i cinici esecutori di comandi oscurantisti essere puniti mai con sufficiente severità per un crimine storico simile?
Questa stessa pagina sarà presto chiusa, come quella di Rete Kurdistan, di Sapienza Clandestina, come la pagina “Io sto con chi combatte l’#Isis” (poichè fb censura non solo il dissenso, ma anche il senso comune se dispiace a #Erdogan o a qualche altro despota autoritario), o il profilo che ho curato dal 2008 al 2018, disattivato da un giorno all’altro senza spiegazione e senza motivo.
Quando non troverete più questa pagina, vi chiedo di cercare e linkare quella nuova che creerò, per permettermi di esprimere idee e informare su quello che so, ma anche per resistere insieme a chi intende decidere quali libri possono essere letti e quali non lo possono essere, schierandosi con esibita arroganza dalla parte della violenza degli stati e della repressione culturale delle polizie.
Mi piace:
Mi piaceCaricamento...
1 Comment
Massimo Ponchia
Posted maggio 30, 2019 at 7:53 AM
Anch’io purtroppo sono stato “congelato” da Facebook per tre giorni perché mi sono permesso di contestare la presenza di caserme americane nel suolo italiano. Solo questo dovrebbe far capire chi è “il padrone” della rete.
Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi ed esperienza dei lettori. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.AccettoPiù informazioni
Anch’io purtroppo sono stato “congelato” da Facebook per tre giorni perché mi sono permesso di contestare la presenza di caserme americane nel suolo italiano. Solo questo dovrebbe far capire chi è “il padrone” della rete.