Dopo la “vittoria” per abbandono di tutte le altre città concorrenti, tranne la poco convinta Stoccolma, Zaia ha un altro grosso motivo per festeggiare. I vigneti e le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono diventati patrimonio dell’Unesco. A Baku, capitale dell’Azerbaigian, polo petrolifero dall’inizio del ’900 e culla del movimento bolscevico nel Caucaso, la delegazione Veneta ha festeggiato il nuovo grande “successo”. Zaia viaggia tranquillo verso le prossime elezioni regionali e aspetta che i 5stelle, intimoriti da un possibile scarto della Lega dal governo, diano il via libera all’autonomia regionale differenziata. Battuta a Baku anche l’opposizione degli ambientalisti, poco convinti che le produzioni massive irrorate abbondantemente dai pesticidi possano essere oggetto di tutela dell’Unesco.
Dopo aver festeggiato, si torna a casa, forse con qualche preoccupazione per quel che accade attorno alla “grande opera” della Pedemontana. Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Tra attraversamenti di discariche, gallerie costruite con materiali scadenti e possibili altri interventi della magistratura, la Pedemontana Veneta maleodora come il percolato. Intanto non si perde tempo per un po’ di orgoglio Veneto e Zaia spende due parole anche sul paese che lo ospita. L’Azerbaigian è un paese sovrano, ha 10 milioni di abitanti e il petrolio ma, il suo prodotto Interno lordo è meno della metà di quello Veneto, 100 miliardi di Euro, con 5 milioni di abitanti.
Quello che il presidente della Regione non dice è che nonostante i cento miliardi di Euro di prodotto interno lordo quasi 1/5 della popolazione del Veneto vive in condizioni di povertà o al limitare della soglia. Il lavoro sottopagato, precario e sfruttato, è l’altra faccia del “miracolo Veneto, delle performance del turismo e delle esportazioni di cui si riempie la bocca. Si trova nelle statistiche ma, meno se ne parla meglio è. Così come è bene non mettere tra le statistiche e le performance del Veneto quelle relative al consumo di suolo, inquinamento delle acque, dell’aria e dei terreni, quelle sui tumori.
Zaia ha gioco facile. Gioca le sue partite, da quella all’autonomia differenziata, a quella sulle olimpiadi invernali, a quella sulle grandi opere praticamente senza opposizione, il Pd è, se possibile, ancora più liberista della Lega, osservante scrupoloso dei dogmi della centralità del mercato e dell’impresa.
Ma non è detto che tutto debba andare secondo le previsioni: un Veneto governato ancora dalla Lega e dal centrodestra con la finta opposizione del Pd allargato, forse, a qualche altra scheggia di centrosinistra; le corse per una poltrona a Palazzo Ferro Fini sono già partite.
Non sarà facile, ma le tante battaglie in difesa del lavoro e dei suoi diritti, dell’ambiente e del territorio, contro le grandi opere, contro lo scasso della Repubblica e della costituzione, devono e possono trovare una coerente rappresentanza politica nella regione Veneto per la necessaria alternativa. Questo è il compito che ci assumiamo per il prossimo futuro a partire dal basso dai conflitti che ci sono e da quelli che ci saranno.
Paolo Benvegnù, segretario regionale PRC del Veneto
https://www.lastampa.it/tuttogreen/2018/07/09/news/tanti-troppi-pesticidi-sulle-vigne-del-prosecco-1.34030631