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Coronavirus: Giusta protesta Rsu Electrolux Susegana. Nelle fabbriche non c’è diritto alla precauzione?

Coronavirus: Giusta protesta Rsu Electrolux Susegana. Nelle fabbriche non c’è diritto alla precauzione?

La RSU della Electrolux di Susegana (Veneto) ieri ha denunciato con un comunicato la paradossale situazione che si sta determinando nelle fabbriche. Mentre sono scattate in Veneto misure che vietano assembramenti ovunque, si chiudono scuole e uffici pubblici, si annullano incontri, i lavoratori devono andare in azienda senza alcuna tutela. La precauzione non vale per lavoratori e lavoratrici? La prevenzione si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche e delle aziende private? Il profitto dell’impresa privata è più sacro del diritto alla salute?

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro

Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

di seguito il comunicato della RSU Electrolux:
CORONA VIRUS FERMO ALLA SOGLIA DELLA PROPRIETÀ PRIVATA.
Decreti , circolari  Ministeriali e Regionali prevedono, tra le varie attenzioni, il divieto di  assembramenti di persone, compreso ogni tipo di riunioni.
Molti servizi pubblici sono stati sospesi in queste ore. Chiusi oltre alle Scuole di ogni ordine e grado, INPS INAIL, Centri per l’Impiego e vari altri  uffici pubblici. Negli uffici aperti, come  alcuni servizi comunali, gli ospedali  ecc…, il personale è bardato con mascherine e guanti protettivi ed in più ricevono solo su appuntamento e per casi urgenti. Così, anche i sindacati: Cgil, Cisl e Uil Veneto hanno di fatto chiuse le sedi o ridotto quasi a zero l’attività.
Precauzioni minime, visto il livello alto di allarme che la Regione Veneto  ha ritenuto di attuare in raccordo con i Ministri competenti per la pericolosa epidemia in corso.
Quello che non torna, “sugli assembramenti di persone”, è l’assoluta assenza di indicazioni e interventi, per i luoghi di attività e lavoro privati.
Infatti, nelle fabbriche, nei servizi, nei centri commerciali, in vari luoghi privati, in queste ore ci sono persino affollamento, con le persone che entrano ed escono senza nessuna precauzione e nulla si dice.
Questo sdoppiamento irrazionale tra situazioni analoghe, la dice lunga sull’assoggettamento del potere pubblico al potere privato, che contrariamente dal dettato costituzionale, che fa prevalere la salute pubblica sulle necessità del fare impresa, il principio risulta stravolto e paradossale. C’è palese assenza di buon senso.
In Electrolux, dove lavora una popolazione eterogenea di persone, sia per origine che per ruoli professionali, con una alta mobilità, nessun particolare controllo ne precauzione aggiuntiva è stata adottata. È così in tutti gli altri luoghi di lavoro.
La RSU  Fim Fiom Uilm dell’Electrolux di Susegana ha chiesto già sabato mattina provvedimenti, con l’obiettivo che si adottassero i necessari accorgimenti minimi fin dal rientro dal week end,
Siamo entrati a lavorare lunedì mattina come nulla fosse accaduto in Veneto. E per l’intera giornata non si è visto nessun intervento. Mentre fuori molto cambiava, con strade semi deserte, e negozi presi d”assalto, nessuna precauzione neanche elementare aggiuntiva era visibile: ne mascherine, ne detergenti sui posti di lavoro per lavarsi le mani frequentemente. ne guanti, salvo quelli da lavoro che si togono, ovviamente nei momenti di pausa e in mensa.
Eppure centinaia di persone lavorano in contatto costante, per 8 ore al giorno, provenienti da diversi territori a cavallo di varie province tra Veneto e Friuli. Lavorano su vari turni, pranzano e cenano nella grande mensa, con relative code e promiscuità.
Anche in quel caso senza particolari precauzioni per nessuno degli addetti, neanche per gli operatori della mensa. Tutto questo mentre le istituzioni sconsigliano o vietano di frequentare bar, mense e pub, chiudono chiese, luoghi di aggregazione vietano funerali e ogni cerimonia.
È evidente che sono pertanto necessarie nuove e più restrittive direttive delle autorità preposte, sopratutto per imporre sui  luoghi di lavoro e  aggregazioni  privati, regole e obblighi chiari. Sempre che non vi sia prova scientifica che il virus si ferma alle soglie della proprietà privata e di fronte ai luoghi di “assemblamento privati di persone”.
Ciò non di meno la RSU ha chiesto alla Direzione aziendale di assumere una serie di azioni minime precauzionali a nostro parere necessarie, come: 1- frequente sanificazione di ambienti ad uso collettivo, 2- attivazione di un specifico presidio sanitario con i medici interni,  3- nuovi punti igienizzazione mani, nei pressi delle postazioni di lavoro, 4- messa a disposizione di tutti, operai e impiegati, mascherine e guanti mono uso 5- verifica e intercettazione con relative attenzioni per chi parte e per chi rientra da viaggi anche di lavoro, 6- adozione di soluzioni per i lavoratori con figli a casa dalle scuole, 7-  massimo uso temporaneo dello smart working come da nuovo decreto 23 febbraio 2020, che ne liberalizza momentaneamente l’uso.
Infine va anche preso in considerazione l’aggravarsi dell’epidemia e delle azioni da attuare, fino alla sospensione totale dell’attività.
Dopo l’inutile attesa della convocazione è stata comunicata la situazione ai lavoratori e chiesto dagli RLS (rappresentanti della sicurezza) un incontro urgente sul tema al Responsabile sicurezza di stabilimento (RSPP).
Siamo in attesa che qualcosa accada. Martedì mattina pare si arrivi dopo i solleciti all’incontro, ma senza  direttive ufficiali delle istituzioni, i privati tendono a guardare il loro portafoglio più che la salute pubblica o al virus.
Vedremo l’evoluzione e come poi eventualmente agire.
RSU FIM FIOM UILM  ELECTROLUX  SUSEGANA
Susegana, 24 febbraio 2020.
rsu susegana coronavirus

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