Non è più accettabile che di fronte a un numero e a una percentuale di morti ufficialmente censiti superiore a tutti i paesi del mondo si continui a minimizzare.
Tanto più in quanto è risaputo che il numero di morti legati all’aver contratto il covid-19 sono da 4 a 10 volte di più, la maggior parte lasciati morire a casa: una vera strage!
Tanto più di fronte al fatto che oramai la favola tranquillizzante e cinica che i morti sono ultrasettantenni con altre patologie si scontra con l’aumento dei sintomi gravi e dei decessi tra i giovani a causa anche dei ritardi su istituzione di zone rosse e chiusura delle fabbriche.
E cosa non dire della gravità inaudita dell’aumento inaccettabile di morti tra gli uomini e le donne della sanità mandati a combattere questa battaglia difficilissima a mani nude.
È giunto il momento di dire che investire tutto intervenendo solo sui casi già gravi, attraverso il potenziamento degli strumenti e dei posti letto nelle terapie intensive è stato un grave errore.
Non ci si può adagiare sull’attenuarsi dell’incremento del contagio. Non si può lasciare che chi ha soldi e le “entrature” per procurarsi l’ossigeno e il tampone si salvi e chi no sia lasciato a se stesso.
Sono migliaia quante e quanti vivono giornate tremende nelle proprie case e poi muoiono o arrivano in ospedale quando le funzioni respiratorie sono gravemente compromesse.
E ‘immorale non cambiare strategia! Occorre affrontare i contagi a monte con una radicale azione preventiva per fermare l’aumento dei contagi e il precipitare dei contagiati nella fase più grave della malattia.
Riteniamo improrogabili le seguenti misure:
1) tutto il personale sanitario in ospedale e sul territorio deve essere sottoposto periodicamente a tampone per non diventare inconsapevolmente strumento di contagio per se e per la propria famiglia
2) il tampone va fatto a sta in casa con 37, 5 e sintomi influenzali, e, nel caso di positività, va ricostruita la rete dei contatti avuti da sottoporre a loro volta al tampone
3) poiché sembra che i laboratori in grado di fare le analisi dei tamponi siano pochi, bisogna crearne al più presto altri, anche utilizzando spazi, strumenti e personale di quelli privati convenzionati e non.
4) nelle case aspettano di essere curati anche molti malati cronici, oncologici, cardiopatici ecc. che ora vedono rallentato tutto il loro piano di cura. Le cliniche private convenzionate e non devono essere chiamate d’autorità a funzionare per tutti pazienti no Covid con le stesse modalità e costi del SSN.
Questi provvedimenti sono logici e razionali, vanno presi immediatamente per salvare più vite possibile.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, segretario Regionale Lombardia
Giovanna Capelli, responsabile Sanità Lombardia
Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Giustissimo