Apprendiamo che anche Este è colpita dalla piaga PFAS.
Consapevoli delle preoccupazioni della collettività rispetto al Covid-19, riteniamo però doveroso sottolineare nuovamente la gravità dell’inquinamento delle falde acquifere in Veneto e nella Bassa Padovana.
Come sempre denunciato da Rifondazione Comunista la contaminazione da pfas si sta espandendo. Nei dati emersi dalle analisi fatte su un numero elevato di cittadini residenti nella zona del Veneto colpita, risulta che il 65% supera il livello di sostanze perfluoro alchiliche ritenuto dannoso nel sangue. Il valore riscontrato dall’Arpav in un pozzo privato usato per l’irrigazione agricola a Este è di 1158 nanogrammi per litro, dove la soglia (molto discutibile, e che noi da tempo chiediamo sia azzerata) è di 500 ng.
Anche se i valori riscontrati nell’acquedotto sono nella norma, riteniamo questa una notizia gravissima visto che parliamo di un territorio prevalentemente agricolo. Di conseguenza i Pfas possono essere entrati nell’organismo umano attraverso l’alimentazione.
Per questi motivi chiediamo con forza che si intraprenda un’indagine medica urgente sulla popolazione di Este per capire la gravità del problema. In una circostanza di grande pericolo per la salute della cittadinanza dovuto al coronavirus, nel Veneto, ma soprattutto nella bassa Padovana, non si può dimenticare e noi lo denunciamo con forza lo stato di abbandono e di sfruttamento ambientale di questo territorio. Cementificazione, traffici illeciti sui rifiuti, siti inquinanti e Pfas fanno dei comuni della bassa Padovana la discarica della provincia. Il silenzio assordante e l’assenza di soluzioni credibili da parte delle istituzioni regionali e nazionali, non solo adesso, ma anche negli ultimi decenni, fa di loro i primi responsabili della situazione in cui ci troviamo. Come sempre sosteniamo e condividiamo le lotte dei comitati No-Pfas del territorio contro questo sistema di sviluppo che mette a rischio la salute pubblica.
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