Sulla stampa cittadina di giovedì 4 giugno, i lavoratori di BusItalia, concessionaria del servizio di trasporto pubblico padovano, tornano a denunciare problemi e carenze del servizio, anche ma non solo legate al corona virus. Le condividiamo e sulle stesse anche noi più volte siamo intervenuti.
Non si tratta di rivendicazioni che riguardino solo i lavoratori, ma di timori per rischi che coinvolgono gli utenti, dal distanziamento sociale alla sanificazione, alle permanenti carenze di manutenzione, con conseguenti guasti e incidenti, che possono determinare rischi per la salute e comunque limitano ulteriormente un servizio già di per sé carente rispetto alle esigenze.
Inoltre, queste critiche assumono una rilevanza ancora maggiore alla luce delle dichiarazioni del presidente Zaia apparse sulla stampa di ieri: troppo facile, e pericoloso, limitarsi a constatare che col perdurare del distanziamento sociale il trasporto pubblico non sarà in grado, in tutta la regione, di fare fronte alle esigenze della mobilità determinate dalla “ripartenza”. Invece di concludere che servono più investimenti, più mezzi, più personale (tutte cose già evidenti da prima del covid-19), il geniale presidente di regione pensa bene di pretendere l’abolizione delle precauzioni a tutela della salute pubblica.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e ribadiamo che il problema di fondo rimane la privatizzazione (pervicacemente perseguita e non ancora completata…) dei servizi (non solo di trasporto).
Il rapporto costi/benefici dei servizi pubblici non può essere determinato dalla logica del profitto, ma deve tenere conto delle ricadute: quanto potrebbe costare, in termini di vite ma anche di perdite economiche per la collettività, una ripresa dell’epidemia causata dall’abolizione delle precauzioni? E quanto già costano, sempre alla collettività, le malattie legate all’inquinamento da traffico, che l’insufficienza del servizio pubblico non riesce ad arginare?
Ovviamente questo ad una società privata, che deve produrre profitto per i suoi azionisti, non interessa. Perciò, l’unica vera soluzione è il ritorno sotto il controllo dei cittadini di tutti i servizi di pubblica utilità.
Paolo Benvegnù, segretario regionale
Giuseppe Palomba, segretario provinciale
Partito della Rifondazione Comunista – Veneto
Comments Closed