Giovedì 5 Novembre, i metalmeccanici scioperano in tutta Italia per il rinnovo del contratto di lavoro, per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la riduzione dell’orario, per gli aumenti di salario.
Si scontrano con Confindustria che chiede che i soldi che vengono stanziati dal governo italiano e dall’Unione Europea siano in larga parte destinati alle imprese, e nel contempo chiede la libertà di licenziare.
Ancora una volta, così come è stato per quella dell’ultimo decennio, i padroni vogliono far pagare la crisi alle lavoratrici e ai lavoratori, intensificando lo sfruttamento, riducendo l’occupazione e precarizzando ulteriormente il lavoro.
Vogliono i soldi pubblici per finanziare la ristrutturazione delle loro aziende e scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori il costo della crisi e della riorganizzazione dei mercati.
Vogliono riproporre lo stesso modello sociale ed economico fondato sulla centralità del mercato e dell’impresa che ha non solo ridotto diritti e peggiorato la condizione materiale di chi lavora e produce, ma ha anche ridotto pesantemente i sistemi pubblici di tutela delle cittadine/i resa evidente dall’impatto del Covid 19 nel nostro paese.
Sosteniamo e parteciperemo allo sciopero generale dei metalmeccanici e ai presidi che si terranno nel Veneto.
- Per la riduzione generalizzata degli orari di lavoro e la difesa dell’occupazione.
- Perché il blocco dei licenziamenti sia mantenuto almeno per tutto il 2021.
- Perché a tutte/i sia garantito un reddito per vivere con dignità.
- Per il blocco degli sfratti e il sostegno al pagamento degli affitti.
- Per l’aumento dei salari e delle pensioni.
- Per il diritto alla salute, per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
- Per la riconversione ecologica delle produzioni.
SOLIDARIETA’ AMBIENTE LAVORO
IN APPOGGIO ALLO SCIOPERO DEI METALMECCANICI, PRESIDIO DELLE COMPAGNE E DEI COMPAGNI GIOVEDI’ 5 NOVEMBRE ORE 10, DAVANTI ALLA CONFINDUSTRIA, ZONA STANGA.
RIFONDAZIONE COMUNISTA CON I METALMECCANICI. PER IL CONTRATTO E CONTRO L’ARROGANZA DEGLI INDUSTRIALI.
Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale dei metalmeccanici, indetto per domani 5 novembre da Fiom, Fim e Uilm, a sostegno della piattaforma contrattuale contro l’oltranzismo di Federmeccanica e Assistal che non solo chiudono a tutte le richieste, ma attaccano le tutele esistenti rifiutando l’esigibilità di diritti conquistati. E’ gravissima la chiusura totale del fronte padronale sul salario espressa dal rifiuto all’aumento dei minimi contrattuali, altrettanto pesante l’arroganza che si spinge fino mettere in discussione automatismi su scatti di anzianità e altri diritti già previsti nell’ultimo contratto. Ma la strategia antioperaia degli industriali per affrontare la crisi si chiarisce in particolare con il rifiuto a definire limiti nel ricorso al lavoro precario, a introdurre vincoli occupazionali e garanzie sui diritti sindacali negli appalti; si svela del tutto nella mancanza totale di disponibilità sulle riduzioni d’orario a fronte di innovazioni tecnologiche e nella sfrontata richiesta di maggiore flessibilità della forza lavoro, in particolare su smart working, lavoro agile telelavoro. E’ chiaro che si osa puntare ancora su un modello economico e produttivo centrato su bassi salari, per molte fasce di lavoratori da fame, precarietà e flessibilità estreme in un paese come il nostro già agli ultimi posti in Europa per livelli salariali, protezioni sociali e precarietà selvaggia? Un governo che voglia davvero operare una svolta dovrebbe finalmente dire basta a un modello economico e produttivo che ha generato disoccupazione, milioni di poveri, perdita di diritti e disastrato il sistema produttivo del paese. Allora non faccia come Ponzio Pilato! Non un soldo deve andare a settori del padronato senza precisi vincoli sull’occupazione e i diritti di lavoratrici e lavoratori. Si impedisca l’utilizzo di fondi pubblici per ristrutturare le aziende a spese dei lavoratori. Il governo decida da che parte sta.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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