Nel consiglio comunale di lunedì scorso è passata, senza un vero dibattito pubblico, la liquidazione del Consorzio Zona Industriale di Padova (ZIP).
Il fatto è invece importante. Con la chiusura di quel consorzio, creato a suo tempo espropriando terreni in ragione di un progetto di rilevanza pubblica, è stata liquidata ogni possibilità del comune e, quindi, di cittadine e cittadini, di avere un ruolo di controllo e di guida su ciò che accadrà di una parte della città assai rilevante sia come estensione sia dal punto di vista economico. Ora il tutto è lasciato al mercato e alla speculazione
Rifondazione Comunista, da diversi anni ormai, ha posto il problema di assegnare al consorzio un ruolo e dei mezzi adeguati al compito di vegliare sugli interessi collettivi, monitorando l’evoluzione delle attività che nella zip si svolgono, individuando i settori produttivi più promettenti economicamente ma anche più avanzati tecnologicamente e rispettosi della compatibilità ambientale ed agevolandoli in termini di servizi e collaborazioni. Tutto ciò anche per rispondere alla necessità di avere un atteggiamento progettuale serio nei confronti di un futuro produttivo ed industriale della città che si appresta a dover affrontare difficoltà e necessario cambiamento.
Invece, per anni, il consorzio è stato limitato a svolgere il pur importante ruolo di amministratore dei servizi comuni, dalle strade alla connettività informatica ai rifiuti, negandogli di fatto tutte le possibili attività di sviluppo di competenze che potessero essere all’altezza dei tempi.
Contemporaneamente si è alimentata la falsa vulgata che il consorzio fosse un “carrozzone” dispendioso e che i suoi, peraltro pochi, dipendenti fossero dei “posapiano” le cui retribuzioni contribuivano in maniera determinante ad un presunto dissesto finanziario la cui realtà è smentita dal semplice esame dei bilanci degli ultimi anni.
Con questo provvedimento, che non solo noi ma una parte consistente di Coalizione Civica per Padova (della quale peraltro facciamo parte sin dalla sua fondazione), a cominciare dai gruppi lavoro e urbanistica, abbiamo indicato come sbagliato dal primo suo prospettarsi, la zona industriale viene abbandonata alla progressiva scomparsa del manifatturiero, sostituito da centri commerciali e magazzini vari e dalla logistica, ed alla speculazione edilizia, tutti fenomeni già in atto che comportano la perdita di posti di lavoro, la precarizzazione di ciò che ne rimane, l’aumento del “nero” e, anche, la perdita di valore aggiunto complessivamente prodotto.
Non siamo inoltre favorevoli al passaggio del patrimonio del Consorzio Zip, che vale circa 24 milioni di euro, patrimonio interamente pubblico, alla società Interporto, società di diritto privato, e che invece quel patrimonio debba andare ai cittadini padovani, anche attraverso la creazione di un altro ente pubblico cittadino, che possa sviluppare nuove competenze per la gestione di quell’area strategica della città.
Cii chiediamo dunque, che fine abbiano fatto le promesse, fatte tra l’altro dall’ex-vicesindaco ora migrato in Regione, relative alla creazione di un nuovo organismo pubblico in grado di fare quel lavoro di inchiesta, pianificazione, supporto alle attività produttive assolutamente necessario per garantire alla città un futuro economico rispettoso del lavoro ed ecocompatibile.
Creare questo nuovo organismo “costerà” a nostro parere più di quanto sarebbe costato adeguare il consorzio zip alle necessità, ma è a questo punto un lavoro inevitabile e non rinviabile.
Giuseppe Palomba, Segr. prov.le PRC Padova
confronta anche: http://www.rifondazione.padova.it/2019/03/no-a-fusioni-a-freddo-no-alla-liquidazione-del-consorzio-zip/
E’ un presa di posizione interessantee condivisibile..non capisco le vere ragioni della chiusura del conzorzio..non mi e’ sufficiente leggere che si consegna la zona della citta alle logiche di mercato..forse c’e’ dell’altro.