Rifondazione Comunista aderisce e partecipa sabato 6 marzo all’iniziativa indetta da Sindacati di base della Scuola e dei Trasporti. Oltre a condividerne analisi e proposte, la consideriamo un passo importante nella giusta direzione: i problemi che la pandemia ha evidenziato (non creato!), non solo nei settori citati ma in tutti gli ambiti dei servizi pubblici (a cominciare dalla sanità) e nel settore privato, con tutta evidenza si intrecciano tra loro ed hanno radici comuni nelle scelte politiche “liberiste” che tutti i governanti, di destra e di centrosinistra, a livello locale nazionale ed internazionale, hanno fatto in ossequio al principio del “libero mercato” ed alla leggenda della sua presunta capacità di autoregolarsi. Questi problemi non possono essere affrontati isolatamente, settore per settore, categoria per categoria (e neppure, per dirla tutta, nazione per nazione), ma solo nella loro complessità. Consideriamo quello fatto a Padova da questi lavoratori della scuola e dei trasporti, riconoscendo i problemi comuni a prescindere dalle diversità del loro manifestarsi (e dalle sigle sindacali di appartenenza), un significativo passo avanti nella direzione necessaria, e ci impegniamo a lavorare per allargare a tutte le forze e le persone interessate il dibattito e l’iniziativa in questo campo.
Giuseppe Palomba (segr. prov. PRC Padova)
[Pubblichiamo volentieri il testo del volantino]
Finalmente, dopo mesi di chiusura forzata, anche in Veneto, seppure con una percentuale giornaliera limitata al 50%, gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado sono tornati a fare lezione in presenza.
È utile ricordare che sono stati necessari 6 mesi di sit-in, manifestazioni, incontri per convincere le istituzioni preposte che intervenire sui trasporti era uno degli strumenti per ridurre il danno della pandemia. E, nonostante ciò, continuiamo a registrare problemi strettamente connessi con questa riapertura.
Dal punto di vista dei trasporti registriamo che l’aumento delle corse dedicate agli studenti, ottenuto dopo l’intervento dei prefetti in tutta Italia, è stato gestito in maniera approssimata dalle aziende che devono garantire il servizio:
- a fronte dell’affiancamento garantito da vettori privati, si registra una concentrazione dei servizi nell’area comunale, a scapito di quelli dedicati agli alunni che dalla provincia devono recarsi a Padova che continuano a viaggiare in mezzi in cui la capienza massima del 50% viene superata;
- le assunzioni temporanee di addetti alla vigilanza contro gli assembramenti risultano del tutto insufficienti e costringono, con ordini di servizio interni, i conducenti dei mezzi a dover sopperire a questo servizio, che non fa parte delle mansioni previste dal loro profilo lavorativo e li espone ad un maggior rischio di contatto con utenti potenzialmente infetti.
Contemporaneamente i giornali locali ci hanno raccontando che circa 300 nuovi studenti delle secondarie di secondo grado erano stati rifiutati dalle scuole in cui avevano scelto di iscriversi in quanto il piano delle disponibilità, costruito annualmente da Provincia e Regione, non aveva tenuto in debito conto i desideri degli alunni e delle famiglie; a ciò si aggiunge l’annoso problema dei criteri delle formazione delle classi per il futuro anno scolastico che non sono stati adeguati ai problemi connessi con la pandemia da Covid 19 e rischiano di riproporre per l’ennesima volta le cosiddette classi pollaio.
I problemi che richiamiamo come lavoratori dei trasporti pubblici e dell’istruzione sono strettamente collegati con i tagli che per più di dieci anni sono intervenuti in modo lineare sui servizi pubblici.
E’ ORA DI DIRE BASTA!
Chiediamo che parte delle risorse previste nel Recovery plan vengano usate per adeguare in modo dignitoso i servizi in cui operiamo, e tutti i servizi pubblici, per effettuare un congruo numero di assunzioni a tempo indeterminato che garantiscano, anche per il futuro, un’offerta migliore per tutti i cittadini e più sostenibile per i lavoratori.
COBAS SCUOLA PADOVA – SLS – SGB – FAST MOBILITÀ
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