L’indizione dello sciopero generale del prossimo 16 dicembre ha scatenato una canea reazionaria che vede unito tutto l’arco incostituzionale dei partiti neoliberisti di destra e centrosinistra, televisioni, grande stampa e naturalmente Confindustria.
In questo paese lo svuotamento della democrazia costituzionale e la deriva autoritaria sono tali che dichiarare uno sciopero generale – pur con toni e una piattaforma per nulla radicali – diventa un delitto di lesa maestà nei confronti del governo.
Lo sciopero generale viene definito “incomprensibile”, “irresponsabile”, “immotivato” e “ingiustificato” da chi non vuole che le classi lavoratrici tornino a far sentire la propria voce e a rivendicare i proprio diritti. Contro lo sciopero generale si manifesta un clima intollerante da parte del “regime dei padroni” a cui bisogna rispondere con la massima mobilitazione e partecipazione.
Tutta la classe dirigente raccoglie il testimone da Forza Nuova e va all’assalto della Cgil incriminata per la sua autonomia. Lo sciopero costituisce uno spartiacque che ancora una volta evidenzia che il bipolarismo tende a escludere dalla scena pubblica le ragioni e gli interessi delle classi lavoratrici.
La destra mostra per l’ennesima volta che il suo populismo nasconde dietro la demagogia razzista e oscurantista la storica ostilità verso le classi lavoratrici, il suo essere al servizio del capitale e dei ceti più ricchi e privilegiati.
Il centrosinistra pretenderebbe, dopo aver per più di due decenni votato “riforme” contro lavoratrici e lavoratori, che i sindacati non disturbino le loro operazioni nel Palazzo.
Abbiamo auspicato da mesi, insieme ai settori più combattivi come i lavoratori della GKN, l’indizione dello sciopero generale e salutiamo positivamente la scelta di CGIL e UIL. L’indizione dello sciopero è arrivata in ritardo e la piattaforma presenta limiti non comprendendo questioni fondamentali come lo stop all’autonomia differenziata, il rilancio del pubblico, il no alle privatizzazioni dei servizi, l’istituzione di un salario minimo orario per legge di 10 euro lordi.
La piattaforma dello sciopero pone questioni essenziali – precarietà, pensioni, fisco, lavoro – che non hanno ricevuto alcuna risposta da un governo che sta conducendo una nuova offensiva neoliberista mentre distribuisce enormi risorse alle imprese.
Lo sciopero generale è una risposta giusta e necessaria alle scelte del governo che aveva l’occasione di utilizzare le risorse del PNRR e della manovra di bilancio per restituire un po’ di quanto è stato tolto a lavoratrici e lavoratori, ai ceti popolari impoveriti e privati di diritti da decenni di politiche neoliberiste.
La riuscita dello sciopero generale e delle manifestazioni del 16 dicembre può costituire un momento essenziale di svolta nel paese e l’apertura di una fase di ripresa del conflitto sociale e della dialettica democratica.
La direzione nazionale conferma l’adesione e il sostegno allo sciopero generale e impegna tutte le organizzazioni territoriali, le iscritte e gli iscritti al massimo impegno e partecipazione.
Ordine del giorno approvato all’unanimità dalla Direzione Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, domenica 12 dicembre.
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