È stata depositata alla Camera dei Deputati, a firma della onorevole Silvia Benedetti del gruppo Manifesta/Potere al popolo-Rifondazione Comunista della camera, l’interrogazione che avevamo promesso alle lavoratrici ed ai lavoratori della Valvitalia, stabilimento di Due Carrare, in lotta per impedire che, con un licenziamento mascherato da trasferimento di massa, vengano cancellati non solo i loro 81 posti di lavoro e le loro competenze professionali, ma anche l’opportunità di sviluppare una reale transizione ecologica in una azienda di un settore chiave per il futuro come quello energetico.
Tanto più inaccettabile, la tentata chiusura, senza condizioni e senza valutazione di alternative possibili, a fronte del fatto che si tratta di una azienda partecipata al 50% da Cassa Depositi e Prestiti, dunque in ultima analisi per metà dei lavoratori stessi e di tutte e tutti i cittadini.
Lavoratrici e lavoratori, e noi con loro, chiedono con forza di essere ricevuti dal ministro competente perché siano esplorate tutte le possibilità, anche quella di un cambio di proprietà e/o di un intervento diretto dello Stato, per mantenere la produzione ed i posti di lavoro.
Rifondazione Comunista resta al loro fianco in questa battaglia.
Paolo Benvegnù, segretario regionale PRC – Veneto
Giuseppe Palomba, segretario provinciale PRC – Padova
In calce il testo dell’interrogazione
Interrogazione onorevole Silvia Benedetti, del gruppo Manifesta/Potere al popolo-Rifondazione Comunista della camera, su Valvitalia.
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – Per sapere –
premesso che:
-recentemente l’azienda Valvitalia, che si occupa di progettazione, produzione e fornitura a livello globale di apparecchiature e componenti destinati all’industria dell’energia, ed è partecipata al 50% da Cassa Depositi e Prestiti, ha annunciato il trasferimento delle produzioni dal sito di Due Carrare (Padova) a Rivanazzano Terme (Pavia);
-l’azienda ha prospettato agli 80 lavoratrici e lavoratori del sito di Due Carrare il mantenimento del posto di lavoro se disponibili anch’esse/i al trasferimento;
-è evidente come tale proposta sia iniqua e coercitiva: trasferirsi in un’altra regione comporta una serie di difficoltà nel trasloco e nella gestione delle relazioni familiari e sociali e non è certo una scelta praticabile per tutte le lavoratrici e lavoratori dell’azienda, che chiedono infatti che si mantenga il sito produttivo di Due Carrare;
-va sottolineato che Valvitalia è tra i primi 5 produttori nel settore delle valvole a livello mondiale, con un fatturato di 196 milioni di euro nel 2020 e 10 stabilimenti con più di 1000 lavoratori, soprattutto giovani;
-in particolare, il sito di Due Carrare è dotato di notevoli competenze e potenzialità di ulteriori futuri sviluppi nell’ambito di un piano di transizione ecologica delle produzioni;
-nonostante i tavoli istituzionali condotti sinora con la Regione Veneto, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e l’amministrazione comunale, Valvitalia non solo non ha rivisto la decisione di trasferire lo stabilimento di Due Carrare, ma non si è nemmeno dichiarata disponibile a valutare l’attivazione degli ammortizzatori sociali-:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano, in considerazione anche dell’eccellenza produttiva e dell’alto livello professionale presente nello stabilimento di Due Carrare, di intervenire con urgenza per evitarne il dislocamento e per garantire il diritto al lavoro di 80 lavoratrici e lavoratori, mettendo in campo tutti gli strumenti possibili, compresa l’acquisizione totale dell’azienda.
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