Nelle ultime settimane, il dato più rilevante politicamente delle elezioni presidenziali francesi è stato la straordinaria rimonta di Jean-Luc Melenchon, candidato di Union Populaire.
Probabilmente, ancora una settimana di campagna elettorale e al ballottaggio con Macron non sarebbe andata Le Pen, ma il candidato della sinistra francese che ha anche pagato la frammentazione a sinistra: in particolare la scelta del Pcf di presentare un proprio candidato. Un’altra occasione persa. Le pulsioni autoreferenziali sono un tratto non solo italiano nella sinistra che vuole essere alternativa alle destre e al centrosinistra liberale.
Resta comunque un dato importante da cui partire, una pista di lavoro nella costruzione di una proposta politica di sinistra e radicalmente contrapposta ai blocchi liberisti e guerrafondai di centrodestra e centrosinistra.
Il settantenne Jean-Luc, candidato di gran lunga più votato dagli elettori tra i 18 e i 34 anni, ha avanzato, tra gli altri, questi punti di programma:
- pensione a 60 anni, perché viviamo di più se lavoriamo di meno;
- 32 ore di lavoro e quattro giorni di lavoro settimanali, perché è ora di diventare padroni del nostro tempo e non schiavi delle merci e dei consumi;
- aumento del salario minimo;
- pensione minima a 1400 euro.
Un programma di liberazione dal lavoro salariato e dalla logica insulsa di un capitalismo che ci vuole poveri, sfruttati e macchine per produrre e consumare, che genera guerre e devastazione dell’ambiente.
Paolo Benvegnù, segretario regionale PRC Veneto
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