La mattina di sabato 25 giugno, Rifondazione Comunista ha partecipato all’iniziativa che le inquiline e gli inquilini delle case popolari, insieme all’Unione Inquilini, allo Sportello Sociale di via Bajardi ed allo Sportello Catai, hanno organizzato contro gli aumenti insostenibili delle spese condominiali, addirittura in alcuni casi triplicate.
È evidente che un aumento indiscriminato di queste entità, che porta le spese ad essere a volte maggiori del canone stesso, rende di fatto inapplicato il principio, ineludibile, della proporzionalità del costo delle case pubbliche al reddito. È pure evidente che ciò costringerà molte inquiline ed inquilini delle case pubbliche, proprio i più “deboli”, alla morosità incolpevole. È infine evidente che pure chi, fortunatissimo, dovesse vedersi assegnare una casa popolare per rimediare alla sua impossibilità di “stare sul mercato” si troverà a dovere affrontare una spesa molto superiore al canone teorico, rischiando ancora una volta di vanificare il diritto teoricamente garantito.
Tutto ciò in un quadro di generali aumenti del costo della vita, legato alla guerra e soprattutto alle speculazioni da essa “coperte”.
A fronte di tutto ciò, le nostre proposte rimangono quelle di sempre:
le case pubbliche, bene comune, devono essere gestite dal Comune;
Comune e Regione, invece di adeguarsi supinamente alle cosiddette “regole del mercato”, smettano di vendere le case popolari e avviino un serio piano di manutenzione, ristrutturazione e incremento del patrimonio edilizio pubblico, per rispondere ad una crisi degli alloggi sempre più grave ma anche per aggiornare il patrimonio esistente a criteri di risparmio energetico che limitino i consumi (e, collateralmente, l’inquinamento) e le spese;
Comune e Regione intervengano strutturalmente e non sporadicamente per garantire la sostenibilità di canoni e spese negli alloggi pubblici;
siano sistemati e assegnati tutti gli appartamenti pubblici sfitti.
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, federazione di Padova
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