Lunedì 13 febbraio, le lavoratrici ed i lavoratori della Antonio Carraro di Campodarsego hanno scioperato e sono usciti dai cancelli per protestare contro la pretesa della proprietà di continuare a retribuire diversamente lavoratori che svolgono medesime mansioni.
Dal 2017, annullato unilateralmente il contratto integrativo, l’azienda paga i neoassunti meno di coloro che hanno contratti precedenti a quella data e, a tutt’oggi, rifiuta le richieste di aprire una trattativa per sanare questa evidente ingiustizia.
Dell’arroganza dell’atteggiamento padronale parlano proposte inaccettabili, come quella di “riequilibrare” le paghe trasformando in welfare parte delle retribuzioni più alte usando parte del risparmio fiscale così realizzato per aumentare quelle più basse (in altre parole, finanziare un’apparente equità con denaro pubblico, le tasse risparmiate, e con la diminuzione del salario reale), ma anche atti pratici, come l’aumento del 1000% (da 0.26 a 2.6 €) del costo di un pasto in mensa.
Scioperando e scendendo in piazza, lavoratrici e lavoratori hanno dimostrato che il tentativo dell’azienda di mettere neoassunti contro “anziani” non è riuscito, e che la proprietà dovrà fare i conti con la lotta.
Rifondazione Comunista, che stamattina ha portato la sua piena ed incondizionata solidarietà ai manifestanti, si associa alle richieste di lavoratrici, lavoratori e sindacati, denuncia l’inaccettabilità dell’atteggiamento padronale e appoggerà fino in fondo questa lotta.
Giuseppe Palomba (segr. prov. PRC-SE Padova)
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