Come Rifondazione Comunista eravamo in piazza, con lavoratrici e lavoratori, in occasione della manifestazione dei metalmeccanici del 7 luglio scorso, a Campodarsego, per lo sciopero di categoria.
Apprendiamo ora che ad uno dei lavoratori, dipendente di una società che fornisce manodopera alla Antonio Carraro, che hanno partecipato a quello sciopero ed a quella manifestazione, non sarà rinnovato il contratto.
La causa, fuori da ogni ipocrisia, è che quel lavoratore ha osato scioperare ed, addirittura, intervenire per raccontare la particolare condizione di sfruttamento sua e di tutt* le lavoratrici ed i lavoratori “somministrati”.
Questa cosa non è piaciuta al “padrone”, che pure si lamenta (come tanti altri “imprenditori”…) di non riuscire a trovare manodopera, ma che non si sogna di assumere dipendenti con pieni diritti (e retribuzioni), e che peraltro vìola anche gli accordi già sottoscritti. Evidentemente al padrone risulta intollerabile la volontà del lavoratore di esercitare i propri Diritti costituzionali: espressione del pensiero, iscrizione al sindacato, sciopero.
A fronte di ciò, Rifondazione Comunista:
- esprime la propria solidarietà al lavoratore ed a* suoi colleghe e colleghi della Antonio Carraro che oggi scioperano in difesa dei suoi diritti perché sanno che sono i diritti di tutte e tutti;
- continua a denunciare che queste situazioni sono state rese possibili da anni di politiche del lavoro, comuni ai governi di centro destra e di centro sinistra, che hanno smontato i diritti e le garanzie, in nome di una ideologia che vuole sostituire alla Repubblica fondata sul Lavoro quella fondata sull’impresa;
- conferma che, come ha sempre fatto, è e sarà a fianco delle lotte contro un sistema che sceglie di fondarsi su soprusi, ricatti, ingiustizie, sfruttamento, pur di garantire il massimo dei profitti.
Giuseppe Palomba – cosegretario provinciale e responsabile lavoro della federazione del Prc-Se di Padova
(foto dello sciopero del 7 luglio)
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