Dopo 7 mesi di bombardamenti, 36000 morti palestinesi, in maggioranza donne e bambini, unitamente alla distruzione di gran parte delle strutture civili, migliaia di case, ospedali, scuole, moschee, chiese e alla conseguente costrizione in condizioni inenarrabili della popolazione, alla fame ed alle malattie senza cure sanitarie, finalmente la magnifica rettrice dell’Università di Padova prende parola. Lo fa con un comunicato del suo portavoce nel tentativo di delegittimare gli student* in lotta e quant* si stanno mobilitando in solidarietà con il popolo palestinese. Non lo fa per condannare le atrocità commesse dall’esercito di Israele e le politiche genocide del governo Netanyahu.
Il senato accademico deve prendere una posizione chiara contro il genocidio in corso e rompere le relazioni con le università israeliane. Lo deve fare in coerenza con la storia dell’Università di Padova, medaglia d’oro alla Resistenza. Lo deve fare ricordando le parole di Concetto Marchesi che nel dicembre del 1943 chiamava studentesse e studenti ad agire per la pace, contro la guerra e l’occupazione nazifascista.
Non sembra esserci altra strada possibile per dare un contributo sostanziale alla realizzazione della pace e alla risoluzione di una situazione di ingiustizia che è unanimemente riconosciuta dalle nazioni e dalle istituzioni internazionali.
Tutta la nostra solidarietà e condivisione con la mobilitazione delle studentesse e degli studenti dell’Università tutta, e con docenti, ricercatori e lavoratrici e lavoratori dell’Università di Padova.
Non c’è pace senza giustizia!
GC Giovani Comunisti/e del Veneto
Comitato regionale Veneto di Rifondazione Comunista
Prc federazione di Padova
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