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MAI PIÙ FASCISMO, GUERRA, GENOCIDIO

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Nella giornata della memoria ribadiamo il nostro rifiuto dell’antisemitismo e di ogni forma di razzismo e l’impegno a mantenere viva nella coscienza collettiva la condanna dello sterminio nazista.

Proprio sulla base dei nostri principi antifascisti sentiamo il dovere di ribadire oggi che “Il mai più deve valere per tutti!”, che non si può usare Auschwitz per giustificare Gaza.

Non si può oggi chiudere gli occhi sull’attiva complicità dei governi e delle elites occidentali nel genocidio che sta subendo il popolo palestinese e l’acquiescenza verso un governo fascista come quello di Netanyahu.

Nel giorno della memoria vogliamo ricordare le inequivocabili parole di condanna di Primo Levi nei confronti del criminale Sharon nel 1982 dopo la strage di Sabra e Chatila.

Respingiamo come falsa e menzognera la nuova definizione di antisemitismo che viene usata per censurare le voci che denunciano i crimini israeliani.

Non possiamo neanche tacere di fronte alla evidente ipocrisia con cui si tende a minimizzare il saluto fascista in mondovisione di Elon Musk durante la cerimonia di insediamento del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha portato il fascismo alla Casa Bianca.

Le contraddizioni del capitalismo globalizzato e del neoliberismo hanno scatenato una guerra mondiale a pezzi, lo svuotamento delle democrazie, il risorgere dei fascismi mentre la concentrazione dei capitali ha raggiunto livelli mai visti.

Ricordiamo che il fascismo europeo è nato come estremizzazione e delle ideologie prodotte dal lato oscuro delle società liberali, dell’Occidente colonialista e imperialista, e dallo sconvolgimento prodotto nelle società europee dalla Prima Guerra Mondiale.

Il fascismo importò in Europa i metodi con cui erano state sottomesse, depredate e sterminate le popolazioni dei paesi coloniali considerate come una sottoumanità a cui poter imporre la propria presunta superiorità razziale, culturale, civile attraverso la forza delle armi.

Da tempo in Occidente assistiamo a una deriva militarista, colonialista, imperialista, suprematista bianca che legittima l’uso della guerra con narrazioni che rappresentano nuove edizioni della “missione civilizzatrice” dei genocidi e dei massacri del passato.

Nel giorno della memoria denunciamo la gravità del voto del parlamento europeo a favore di una risoluzione che propone il divieto dei simboli del comunismo sovietico, gli stessi che videro gli internati di Auschwitz quando vennero liberati dall’Armata Rossa.

Dopo quarant’anni di anticomunismo le forze politiche neoliberiste in Europa mostrano quanto abbiano smarrito i principi che animarono l’antifascismo e la Resistenza europea.

Sembra di essere tornati agli anni ’20 e ’30 quando il capitalismo occidentale e anche le potenze liberali sostennero Mussolini e Hitler affinché cancellassero la forza dei movimenti socialisti e comunisti.

Agli smemorati ricordiamo che l’antisemitismo fu sempre associato alla lotta contro il marxismo, il comunismo, il movimento operaio e socialista. E la guerra contro il comunismo e il socialismo si tradusse nel rifiuto degli stessi principi del liberalismo e della stessa democrazia.

Il nemico principale di Hitler fin dall’inizio fu il “giudeobolscevismo”.

I falsi ‘Protocolli dei Savi di Sion’ furono un prodotto della polizia zarista portato in Europa dai reazionari delle Armate bianche antisemite che furono sconfitte nella guerra civile dall’Armata Rossa degli operai e contadini.

Nessun crimine di Stalin giustifica l’equiparazione tra nazismo e comunismo che prima di tutto offende la memoria di tanti comunisti che furono vittime del Terrore proprio perché fedeli agli ideali della Rivoluzione.

Nel giorno della memoria denunciamo che la risoluzione del parlamento europeo è un atto gravissimo di riscrittura della storia e un’offesa alla memoria di milioni di vittime del nazifascismo e di decine di milioni di sovietici che hanno sacrificato la vita per sconfiggere Hitler e i suoi alleati.

I parlamentari italiani che hanno votato quella risoluzione dimenticano che la falce e martello è stata il simbolo dei socialisti e dei comunisti italiani, di Gramsci, Terracini, Di Vittorio, Berlinguer come di Nenni, Basso e Pertini. Hanno offeso la memoria della stragrande maggioranza delle vittime dello squadrismo fascista, dei condannati dal Tribunale Speciale Fascista, dei caduti della Resistenza.

Nel giorno della memoria ricordiamo che un Triangolo rosso indicava nei lager nazisti gli internati politici

Ebrei e rossi, insieme a omosessuali, rom e sinti, erano le “zecche” che i nazifascisti volevano sterminare. E’ intollerabile che questa espressione sia normalmente usata da esponenti dei partiti di governo.

I nuovi fascismi hanno creato nuovi capri espiatori per il malcontento popolare ma la logica di fondo è sempre quella che ha portato dai pogrom ai campi di sterminio.

Nella giornata della memoria condanniamo anche l’esclusione della Russia dalla cerimonia a Auschwitz. La russofobia è parte di una campagna di guerra che sta conducendo l’Europa nel baratro.

Solo la pace e un sistema di sicurezza comune possono essere il fondamento di una nuova stagione di progresso democratico e sociale nel nostro continente.

Non è possibile difendere i principi dell’antifascismo, e quel che resta delle democrazie e dei sistemi di stato sociale conquistati dopo la seconda guerra mondiale, se non si ferma la logica di guerra.

Nel giorno della memoria riaffermiamo il nostro impegno nel mantenere vivi i principi e gli ideali che animarono la Resistenza italiana e europea e la lotta contro la barbarie nazifascista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

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